Emergenza sociale PNRR: La tutela dell’ambiente assieme ai geologi

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Premessa
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), elaborato dal Governo e trasmesso alle Camere per la valutazione, risulta prevedere – soprattutto nella Missione 2 Transizione verde e transizione ecologica – anche interventi di interesse della categoria professionale dei geologi.
Questo è il principale motivo per cui siamo lieti di dare il nostro contributo, collaborando “gomito a gomito” con le istituzioni preposte!
1) Ritieni che questi interventi siano adeguati e sufficienti rispetto alle esigenze del Paese?
Gli interventi proposti sono certamente un punto di partenza importante, anche alla luce del ritardo accumulato negli anni rispetto ad interventi che, messi in campo per tempo, avrebbero potuto salvaguardare opere, costruzioni e talvolta vite umane.
Pare vi sia, però, una scarsa valorizzazione dei presidi territoriali per la prevenzione e mitigazione del dissesto idrogeologico.
Vi è, inoltre, una assente considerazione della geotermia per la decarbonizzazione del settore energetico.
Non si considera, infine, in maniera adeguata, nella programmazione della gestione delle acque, che circa il 60% dei consumi idrici sono riconducibili all’inefficienza delle reti infrastrutturali.
2) Ritieni che le pubbliche amministrazioni coinvolte – enti locali, autorità di bacino, altri enti pubblici – siano in grado di gestire progetti così impegnativi ed articolati in modo efficiente e rapido, per assicurare un ottimale utilizzo delle risorse disponibili?
Ritengo, innanzitutto, che il settore professionale debba essere maggiormente valorizzato quale partner decisivo di quello pubblico; ciò può avvenire principalmente mediante un necessario coinvolgimento delle rappresentanze sindacali per la condivisione delle funzioni che possono essere attribuite a tale componente professionale.
Sarebbe, inoltre, opportuno coinvolgere, anche in base al principio di sussidiarietà, che mai come nei progetti puntuali riveste una importanza preminente, gli Ordini professionali, che, nello svolgimento delle proprie funzioni di vigilanza sulle attività dei propri iscritti, potrebbero garantire il corretto esercizio delle attività da parte di questi ultimi.
Sarebbe, infine, necessario creare una struttura governativa – o, comunque, di carattere nazionale – che sia dedicata al coordinamento nell’attuazione delle linee progettuali delle diverse missioni pianificate.
3) Quali sono i rischi di inefficienza che possono essere segnalati in questa fase di progettazione?
I rischi sono legati principalmente ad una impostazione “centralistica” da parte della pubblica amministrazione, non prendendo in considerazione l’apporto “privatistico” della componente professionale.
Tali rischi possono prevenirsi esclusivamente mediante la programmazione dell’inserimento nelle piante organiche delle amministrazioni e degli enti pubblici di professionisti – come i geologi – che abbiano le dovute conoscenze, competenze ed esperienze per garantire il celere raggiungimento degli obiettivi oggetto di pianificazione.
4) Quale può essere il ruolo e la funzione specifica dei professionisti della nostra area rispetto a queste azioni?
I professionisti del settore geologico indagano (studiandolo) il territorio in senso lato. Essi possono, quindi, operare – anche aldilà una sterile lettura delle competenze di cui si dirà sotto – per diffondere una cultura geologica nel nostro Paese, che risulta indispensabile per l’applicazione della pianificazione. La sensibilità del geologo consente a quest’ultimo di svolgere, altresì, un ruolo centrale ed
essenziale per una efficiente pianificazione delle linee progettuali in materia di gestione del territorio e delle acque.
5) Le competenze dei geologi professionisti sono adeguate per rispondere a queste sfide?
I geologi professionisti, nell’ambito delle complesse e sfaccettate competenze di cui sono in possesso, possono senz’altro contribuire in maniera determinante, anche in settori in cui l’opinione pubblica e, talvolta, i decisori neanche immaginano.
Certamente, i geologi professionisti, con le loro competenze, possono contribuire a rispondere alle sfide più rilevanti soprattutto nel settore minerario, delle acque superficiali e sotterranee, delle bonifiche, della riqualificazione ambientale e dell’energia.
A tale ultimo riguardo, ad esempio, sembra che nella pianificazione i geologi possano contribuire per valorizzare la geotermia.
Le competenze dei geologi possono essere, altresì, utili, in modo particolare, per una diversa valorizzazione del fattore di pericolosità rispetto a quello di rischio nell’attuazione delle linee progettuali volte a mitigare e prevenire il dissesto idrogeologico.
6) Vedi rischi nella sovrapposizione tra competenze del pubblico e del privato nella erogazione dei servizi professionali connessi a questi interventi?
L’apporto del professionista integra l’impostazione della funzione pubblica e, adeguatamente coordinato, in nessun modo si sovrappone o, peggio, diventa un ostacolo per lo svolgimento delle attività di competenza pubblica. Esso diviene, anzi, una risorsa essenziale per garantire l’efficienza e l’efficacia dell’azione pubblica nella ripresa economica dopo questo periodo di crescente incertezza derivante dalla pandemia.

Roma 31 gennaio 2021

Guglielmo Emanuele
Presidente